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Museo del vino di Torgiano


Museo del Vino di Torgiano (Umbria)
Una vera e propria macchina del tempo grazie alla quale percorrere 5000 anni di storia. Il vino come non lo avete mai conosciuto: non semplicemente succo d’uva fermentato, ma affascinante prodotto di cultura. Attraverso reperti archeologici, collezioni di ceramiche, vetri, incisioni e raccolte etnografiche, tutti i segreti di un prodotto affascinante e denso di storia.

Museo del Vino: una storia antichissima
É il fascino misterioso del mito dionisiaco e l’articolato sistema di simboli e significati che il vino riveste nel corso dei secoli il filo narrativo che guida il visitatore attraverso le straordinarie collezioni del Museo del Vino. Con l’esposizione di reperti archeologici, manufatti d’arte e corredi etnografici per la viticoltura e la vinificazione, il Museo del Vino propone un vero e proprio viaggio nel tempo, che racconta una storia antichissima, ricca di malie e inattese interpretazioni che svelano i mille volti del vino: alimento energetico apprezzato per il gusto e le proprietà eccitanti, preziosa merce di scambio, insostituibile protagonista del simposio, elemento caratterizzante della ritualità religiosa, ingrediente ricorrente nelle preparazioni farmaceutiche...
Nato da un'idea di Giorgio Lungarotti e curato dalla moglie Maria Grazia Marchetti, situato nel seicentesco palazzo Graziani Baglioni, nel centro di Torgiano, costituisce una meta imprescindibile per quanti – amanti dell’arte, della cultura e del buon vivere – desiderino conoscere e approfondire la storia e la civiltà del vino.
Con l’incanto delle sue collezioni e il rigore della ricerca storica e dell’impostazione museografica, il Museo del Vino contribuisce alla diffusione di una cultura per il consumo consapevole del vino.

Il Percorso Museale

La vite e il vino nel mondo antico
È già nella radice del termine simposio (bere insieme) – la pratica conviviale ritualizzata diffusa presso i Greci – l’idea di socialità che accompagna la cultura del vino fin dai tempi più remoti.
Brocche e contenitori potori dal III millennio a.C. fino a età romana illustrano i mille significati del vino nelle antiche civiltà del Mediterraneo.

Il ciclo viticolo
Le operazioni che precedono la messa a dimora della vite e le complesse pratiche di coltura e cura dei vigneti. Attraverso l’esposizione di strumenti agricoli e di un ricco apparato iconografico che raffigura le campagne del centro Italia al momento dell’abbandono della mezzadria, la sezione descrive il lavoro nei campi e il ciclo della vite.

Il mistero della vinificazione
Il fascino intatto di un’antica cantina nobiliare... tutto, in questo ambiente, parla di vino: dalle grandi vasche dove avveniva la pigiatura fino al torchio monumentale, già descritto da Catone e utilizzato fino a pochi decenni fa, fino all’avvento e alla diffusione delle nuove tecniche per la vinificazione. Disposto al centro della sala evidenzia, con le sue dimensioni, l’importanza della vendemmia e della vinificazione.

Le occasioni del bere
Il vino accompagna tanti momenti del quotidiano, ne sottolinea il piacere, fa subito festa. Pregno di significati simbolici, suggella accordi e celebra occasioni speciali. Offerto all’amata in brocche e coppe amatorie, è prezioso filtro d’amore. Una collezione varia e divertente di contenitori potori – dalle borracce contadine ai “bevi se puoi” – racconta gli infiniti modi di bere il vino.

Il vino e il gioco
È il gioco il leit motiv che percorre l’intera collezione di contenitori da vino di produzione popolare. L’estro e la creatività del ceramista trae continua ispirazione dal soggetto enoico, dando vita a forme sempre nuove. Borracce zoomorfe, fiasche antropomorfe dall’aspetto caricaturale, “bevi se puoi” dai complessi meccanismi di accesso al vino... la fantasia dell’artigiano compensa con aspetto attraente la modestia del contenuto: il “mezzovino” o “vinello”.

Il vino come alimento
Dal Medioevo al Rinascimento fino al Settecento inoltrato boccali, coppe e vasellame potorio proveniente dai principali centri di produzione ceramica italiane riscrivono la storia della ceramica e celebrano il vino come alimento.
Presente su tavole principesche come su mense contadine e nei refettori conventuali, il vino è qui protagonista di una straordinaria collezione di ceramica, organizzata in un percorso espositivo di grande suggestione.

Il vino come medicamento
Utilizzato fin da tempi remoti come stabilizzatore delle proprietà terapeutiche di erbe e droghe, il vino conosce largo impiego nella bottega dello speziale. Testi medici e antiche farmacopee affiancano versatori, albarelli e unguentari provenienti da farmacie conventuali, nobiliari e ospedaliere. Le numerose ricette attestano l’uso del vino nella medicina.

La ceramica contemporanea
Libere interpretazioni del mito dionisiaco in chiave contemporanea: da Nino Caruso a Pompeo Pianezzola, da Gio Ponti a Piero Fornasetti, da Jean Cocteau a Joe Tilson. Unico comune denominatore: la ceramica come mezzo espressivo e l’intramontabile fascino del mito con la furia estatica delle Menadi, l’ambivalente carattere di Dionysos, i versi immortali di Euripide.

Il mito dionisiaco
Dyonisos e l’articolato pantheon che gli ruota intorno è il protagonista di ceramiche e incisioni conservate al MUVIT. Divinità greca del vino e dell’estasi, rappresenta l’energia naturale che portava i frutti a maturazione. Riconoscibile tramite attributi come il tirso e la pelle di leopardo è rappresentato nei piatti istoriati rinascimentali come nella raccolta di oltre 600 incisioni, che, da Mantegna a Picasso, raffigurano affollati baccanali e cortei animati.

La collezione di ferri da cialda 
Una ricca raccolta di schiacce da cialda dal XIV al XX secolo. Legate al vino per preparazione e consumo, le cialde sono i biscotti leggeri abitualmente consumati con vino dolce. Gli utensili impiegati per prepararle – due dischi in ferro decorati e dotati di lunghi bracci a forbice – sono esempio della grande tradizione di lavorazione del ferro italiana: opera di mastri ferrai o di raffinati argentieri, i ferri da cialda, consueto dono di fidanzamento.

La collezione di editoria antiquaria
Una intera biblioteca tutta dedicata alla vite e al vino: classici della letteratura e del pensiero scientifico, trattati di agronomia, testi poetici e drammatici testimoniano il vino come tratto profondo della cultura occidentale. Una sezione intera è dedicata ad almanacchi e proverbi: pubblicazioni a carattere divulgativo nelle quali consigli tecnici di viticoltura e vinificazione si alternano a immagini e note sulle fasi lunari o sul calendario liturgico.

Il vino nella grafica contemporanea
Provengono da tutta Europa e sono manifestazione della creatività e dell’abilità incisoria di tanti artisti gli ex libris esposti al MUVIT Museo del Vino di Torgiano. Tutti dedicati al vino o, più specificamente, al Museo del Vino stesso, raccontano, talora con ironia, la ricchezza espressiva e la vitalità di un’arte – quella delle incisioni su legno e su rame – che ha conosciuto una grande fortuna.

 

 

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